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La mostra Amarsi si arricchisce di due nuove opere
Continua il grande successo di pubblico e critica per la mostra AMARSI. L’Amore nell’Arte da Tiziano a Banksy, e in occasione della festa di San Valentino, patrono di Terni, si uniscono alla selezione di capolavori già in mostra a Palazzo Montani Leoni, due nuove opere, l’Urna cineraria del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria e la scultura in neon Vespa di Marco Lodola.
Dal 13 al 25 febbraio, proprio in occasione della festa degli innamorati, all’esterno di Palazzo Montani Leoni a Terni, sede della Fondazione Carit, i visitatori della mostra AMARSI verranno accolti e introdotti al tema dell’amore dalla scultura in neon del maestro Marco Lodola, dal titolo Vespa (2023), che raffigura una coppia in sella all’iconica moto, simbolo del romanticismo italiano, scultura luminosa realizzata nel caratteristico stile pop dell’artista. L’artista pavese è attualmente protagonista a Sanremo con le sue magnifiche silohuettes al neon e come progettista dell’installazione della facciata dell’Ariston con la coreografia tutta perspex e luci.
Altra straordinaria nuova presenza nel percorso espositivo di AMARSI in occasione di San Valentino e fino al 7 aprile, è la preziosa Urna “del bacio d’addio” risalente alla prima metà del I secolo a.C. e proveniente dal Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria. L’urna ritrae una coppia semigiacente su un cuscino nella posa del bacio: la donna, rivolta verso il marito, lo abbraccia avvicinando la guancia alle labbra.
AMARSI. L’Amore nell’Arte da Tiziano a Banksy, a cura di Costantino D’Orazio, con la co-curatela e direzione di Anna Ciccarelli, in corso fino al 7 aprile, vuole essere proprio un omaggio a San Valentino (III-IV sec.), protettore degli innamorati e patrono di Terni, e racconta l’iconografia del sentimento d’amore nella storia e la sua metamorfosi iconografica nel tempo, affrontando le principali declinazioni di questo tema, che ha attraversato l’arte di tutti i secoli: dalla mitologia greca e romana e le icone dell’amore spirituale medioevale, passando per il recupero dell’Antico in epoca Rinascimentale e la sua trasformazione nel Barocco e lo sguardo nostalgico nell’Ottocento, fino al Novecento che arriva a mettere tutto in discussione.
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da De Luca Editore con testi di Stefania Auci, Anna Ciccarelli, Costantino D’Orazio, Angelo Mellone e Federica Zalabra.
La progettazione dell’allestimento della mostra è curata dallo Studio Sciveres Guarini.